A nord della costa troviamo le spiagge sabbiose e i lidi attrezzati delle sette perle della “Costa Giardino” abruzzese, in provincia di Teramo: Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Pineto e Silvi. Di particolare interesse è la località balneare di Pineto, che deve il suo nome alle lussureggianti pinete che costeggiano gran parte del lungomare. Qui svetta maestosa la Torre del Cerrano, antico avamposto difensivo spagnolo del 1500, oggi sede dell’Area Marina Protetta del Cerrano. Da non perdere anche la Riserva naturale dei Calanchi di Atri, Oasi WWF, 600 ettari di natura, flora e fauna protette. I calanchi, profondi solchi nel terreno lungo il fianco di monti e colline, creano paesaggi di potente bellezza.
A nord di Ortona invece troviamo la Riserva Naturale Regionale Ripari di Giobbe su una falesia rocciosa che si affaccia sul mare. Raggiungibile solo a piedi o via mare, è molto ben conservata.Proseguendo verso sud, da Ortona a San Salvo, il paesaggio cambia diventando man mano più aspro e selvatico. Passiamo infatti dalla sabbia alle scogliere con calette di ghiaia. A rendere unica quest’area del litorale sono i Trabocchi, antiche macchine da pesca costruite su palafitte di legno e collegate al mare da ponticelli. Quasi tutte convertite in ristoranti, danno il nome a questo tratto noto appunto come “Costa dei Trabocchi”. Gabriele D’Annunzio, abruzzese doc, le ha paragonate a “ragni colossali” e le ha descritte nella tragedia “Il Trionfo della Morte” come “macchine che parevano vivere di vita propria”.
Uno dei più noti è il Trabocco del Turchino vicino a San Vito Chietino, noto come “il paese delle ginestre”. Prende il nome dall’omonimo promontorio, così chiamato per il mare limpidissimo.
Da non perdere anche il Trabocco Punta Cavalluccio sulla costa di Rocca San Giovanni, tutt’oggi appartenente alla più antica famiglia di traboccanti, abili artigiani del legno che iniziarono a costruire semplici passerelle per arpionare il pesce dall’alto.
Qui vicino c’è la spiaggia di Punta Lido le Morge di Torino di Sangro (con omonimo trabocco), nota per il suo grande scoglio, o “scoglione” per gli abitanti, e per essere una spiaggia naturista ufficialmente riconosciuta.
Poco più a Sud, vicino al confine col Molise, la Riserva Naturale di Punta Aderci tutela uno dei tratti più suggestivi del litorale abruzzese. Si alternano spiagge ampie e sabbiose, e scogliere naturali con baie e calette. Prima riserva istituita nella fascia costiera della regione, copre 285 ettari in cui regna la macchia mediterranea. Splendida e solitaria è la spiaggia di ciottoli di Mottagrossa. Gli amanti del trekking hanno a disposizione un sentiero panoramico di circa 3 chilometri, e dal promontorio si ammirare l’intera riserva, con una vista puntellata dalle montagne dei tre parchi nazionali.
Il più vicino è il Parco Nazionale della Majella che, con i suoi quasi 75.000 ettari e una trentina di vette che superano i 2.000 metri, comprende 39 comuni nelle province di L’Aquila, Chieti e Pescara. Non solo è uno dei più importanti contenitori di fauna selvatica e diversità biologica d’Europa, ma testimonia la convivenza ininterrotta fra uomo e natura. Lo dimostrano i giacimenti preistorici del Paleolitico, le grotte e le iscrizioni di pastori e briganti, gli eremi e i luoghi di culto. La Majella infatti è considerata una montagna sacra.
Nel parco si possono visitare piccoli centri come l’antica Pacentro, Caramanico con le sue terme, Guardiagrele dalla ricca produzione artigianale. Una tappa obbligata è San Bartolomeo di Legio, uno degli eremi celestiniani più spettacolari d’Abruzzo. Costruito intorno al 1250 da papa Celestino V su una costruzione preesistente, ha lo stesso colore della roccia in cui è incastonano. Si pensa fosse abitato già nel VI secolo da alcuni eremiti in fuga dagli arabi. I piccoli vani, le scalinate intagliate nella montagna e gli affreschi lo rendono una meta di mistica bellezza.
Ma uno dei luoghi di culto più importanti d’Abruzzo, e il più grande della Majella, è l’Abbazia di Santo Spirito. Nonostante le trasformazioni subite nei secoli, non ha perso il suo fascino grazie alla magnifica posizione nella valle omonima. Si suppone risalga addirittura a prima dell’anno Mille. La chiesa, la sagrestia e un’ala abitativa composta da foresteria e cellette sono ben conservate, e tra scale e cunicoli raccontano lo stile di vita monastico medievale.
Un’altra perla architettonica è il Castello di Roccascalegna, che segue l’andamento irregolare dello sperone sui cui è arroccato. Da qui domina il borgo omonimo, il vallone del Rio Secco e la vallata del Sangro. Racchiuso fra le mura di cinta addossate allo strapiombo, è uno dei più suggestivi castelli abruzzesi.
Gli amanti dell’epoca medievale non possono perdere di visitare il Castello di Rocca Calascio. Circondato da foreste, praterie, pascoli e dall’aspra roccia calcarea, si trova all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Tutto l’apparato difensivo era costituito dal borgo di Calascio, la cinta muraria e una rocca costruita intorno al 1000 . Nata come torre di avvistamento sul monte che sovrasta il territorio, la rocca conserva ancora le strutture murarie e perfino la merlatura originale. La bellezza del castello insieme al paesaggio mozzafiato del parco lo hanno reso il set cinematografico di vari film tra cui “Lady Hawke”, “Il nome della rosa” e “Il viaggio della sposa”..............continua a leggere
FONTE: IMPERIAL BULLDOG di Claudia De Grada
Costa dei Trabocchi
Castello di Rocca Calascio
Santo Stefano di Sessanio
Ripari di Giobbe